Le donne lo sanno e forse anche troppo… Il divario maschio-femmina nella società
La teoria sociologica “soffitto di cristallo” con cui s’intende l’insieme di barriere sociali, culturali e psicologiche che si frappone come un ostacolo insormontabile, ma all’apparenza invisibile, al conseguimento della parità dei diritti e alla concreta possibilità di fare carriera nel campo del lavoro per categorie storicamente soggette a discriminazioni, predomina ancora oggi.
Le donne consapevoli possono cambiare il mondo, osano e comprendono il valore intrinseco della propria energia creativa, dimostrando quanto valgono in primo luogo a se stesse, successivamente agli altri. E’ un dato di fatto. Il problema è che una buona fetta della “componente sociale” che le circonda (fatta di persone che rappresentano la famiglia, gli amici, i familiari, i colleghi… ) non riconosce loro questo potere.
La competizione si percepisce soprattutto negli ambienti di lavoro. Il collega “maschio” di turno che non accetta la promozione di una collega “femmina”, o del “capo” che non accetta un “secco no” dopo numerosi inviti proposti ad una “subalterna” e ferito nel suo orgoglio, decide di vendicarsi.
Ho scelto di proposito un linguaggio convenzionale, facilmente fruibile, al fine di dimostrare quanto le stesse categorie di pensiero presenti nella lingua italiana, siano insite nella nostra cultura, estremamente maschilista. Il ruolo di una donna, nonostante l’emancipazione femminile, viene sovrastato da una classe dominante maschile che cerca in qualche modo di relegarla ai margini.
La teoria sociologica “soffitto di cristallo” con cui s’intende l’insieme di barriere sociali, culturali e psicologiche che si frappone come un ostacolo insormontabile, ma all’apparenza invisibile, al conseguimento della parità dei diritti e alla concreta possibilità di fare carriera nel campo del lavoro per categorie storicamente soggette a discriminazioni, predomina ancora oggi.
«Non siamo stati in grado di rompere il soffitto di cristallo più alto e più resistente della nostra epoca,ma grazie a voi adesso quel soffitto ha 18 milioni di crepe […] D’ora in poi, non sarà più sorprendente che una donna vinca primarie negli Stati, né che una donna sia in corsa per la nomination, né che una donna diventi il presidente degli Stati Uniti»
Hillary Clinton (Unità, 8 giugno 2008, p.8, Pianeta)
Siamo sempre al solito punto: scrivevamo già nel 1990, in era pre-Internet, su Fortune Italia, del soffitto di cristallo che in Italia le donne manager non riescono a sfondare e 22 anni dopo a quanto pare… (Anna Masera, Stampa.it, 28 maggio 2012, blog Web Notes).
Il potere è ovunque, soprattutto in donne che non hanno voluto cedere alle tentazioni di scendere ai compromessi, mi viene da ribadire, considerando che il principio essenziale della sopravvivenza di una donna consiste proprio nel generare e quindi di incontrare l’altro diverso da sé, ovvero l’uomo. Il punto da chiedersi è quanto quest’uomo moderno sia davvero in grado di reggere la competizione con l’animale donna. Faccio riferimento ad un libro che ho amato dai primi istanti: “L’animale donna. La complessità della forma femminile”.
“Ci piacerebbe credere di essere angeli caduti dal cielo, ma in realtà siamo scimmie in posizione eretta.” La cosa vale anche per le donne, ovviamente. E così, dopo “La scimmia nuda”, pubblicato negli anni Settanta, tocca alla femmina umana farsi “spogliare” dall’etologo Desmond Morris. Lo studioso spiega la funzione – dal punto di vista evoluzionistico – dei vari tratti fisiologici, e racconta come le diverse culture e società hanno nel tempo esaltato o represso il corpo della donna. Il libro è suddiviso in ventitré capitoli, che affrontano il tema letteralmente “dalla testa ai piedi”. Probabilmente è quest’antico divario tra maschio-femmina ad esaltare il modello del maschio alfa dominante a non voler cedere il suo posto alla donna altrettanto alfa.
Il mobbing, le strategie out-groupping sono così comuni da risultare parte del nostro vivere quotidiano, ma non esiste un comportamento standardizzato da dover perpetuare per sempre. Le nostre abitudini, i nostri pensieri possono cambiare. Il mind-set può trasformarsi. Agire sul pensiero vuol dire rinnovare l’energia vitale che è in noi, significa combattere a tutti i costi per la vita e aggrapparci all’evoluzione. La “mentalità chiusa” può essere aperta. Su questo tema, insistono tanto le neuroscienze applicate. Grazie agli esperimenti sui “neuroni specchio” siamo in grado di poter prevedere il comportamento umano e poi indirizzarlo, attraverso un sistema di apprendimento, ad un rinnovato sistema di integrazione sociale, ossia ad un rapporto più equilibrato tra i modelli di pensiero e le azioni concrete. Ciò si rifletterebbe anche nel rapporto tra uomo-donna. Insistere sulla “cultura del dono”, dell’accoglienza, del rispetto, dell’educazione sessuale nelle scuole è il passo principale se vogliamo avere uomini comprensivi un domani. Mi auguro che prima o poi il mio appello possa essere ascoltato…