Parco Verde, io “ci metto la faccia”

Caivano è al centro dei dibattiti nazionali, dopo la definizione del Decreto che porta il suo nome, ma ancora poca voce è stata data ai cittadini. In chiave ironica, esistono, hanno un nome ed un cognome e sono le persone che vivono quotidianamente il Parco Verde. Nonostante un clima di terrore e di omertà, hanno deciso di “metterci la faccia”. Ognuno ha offerto uno spaccato sociale, dal passato al presente, e tutti affrontano il dolore, cercando di dare il proprio supporto alla popolazione.

Alfredo Giraldi

Tutto ebbe inizio negli anni’ 80, quando gli “sfollati” del terremoto giunsero a Caivano, come si può apprendere dal racconto di Alfredo Giraldi, 51 enne, attore, burattinaio e pedagogista teatrale:

“A casa ho ancora il documento con la richiesta fatta con la firma di mio padre, che era uno dei membri più attivi del Comitato Popolare che esisteva nei primi anni al Parco, figlio di chi si batteva per avere una casa, di chi viveva nei campi containers”.

Incalza, il suo racconto Alfredo: “Potrei raccontarti del 24 dicembre 1985, ero un ragazzino, fummo portati a Caivano con i camion, di quella mattina ricordo la nebbia e l’odore dello sterco bruciato per concimare la terra. Ricordo le lotte per avere l’acqua tutti i giorni, perché soprattutto ai piani alti non arrivava, le donne occuparono il cantiere (dove oggi c’è la chiesa), poi la lotta per le scuole, gli autobus, le maratone “ecologiche”, quando venimmo qui la giunta Capone era stata già arrestata, non c’era nessun rappresentante delle istituzioni cittadine ad accoglierci, solo gli impiegati del CIPE per la consegna delle chiavi e quelli dell’Enel per l’allaccio della corrente.”.

Il racconto poi si sposta al presente e alle istituzioni politiche locali:

“Non c’erano allora, però alle prime elezioni si ricordarono di noi. Siamo sempre serviti a qualcuno, nel bene e nel male, tutti son passati di qua per avere il loro tornaconto politico per poi dire che il Parco Verde è il male di Caivano. Tutti lo trattano come una bella meretrice, indicata e giudicata di giorno, ma cercata di notte”.

Don Maurizio Patriciello con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed Adriano Police

Adriano Police

Dalla memoria storica ed urbana, al presente di chi vive la scuola con passione. Adriano Police, da sempre vicino a Don Maurizio Patriciello, studente universitario di 22 anni:

“Ho sempre avuto un rapporto bellissimo con la scuola, pensavo e penso ancora tutt’oggi che sia la reale soluzione alla stragrande maggioranza dei problemi infantili ed adolescenziali. I professori fanno un lavoro incredibile, accompagnando migliaia di giovani ogni anno a traguardi nuovi, belli e speranzosi”.

La questione del decreto porta con sé delle speranze: “Con l’arrivo del “Decreto Caivano”, penso e soprattutto spero che le nostre scuole possano fare non uno, non dieci, ma cento passi in avanti. Accompagnando ancora di più i nostri ragazzi, rendendoli partecipi di numerose iniziative ed esperienze, anche con associazioni del territorio e del terzo settore, l’impiego di più insegnanti dona speranza e gioia, ci rassicura, ed aiuterà la nostra cittadina e le altre periferie d’Italia a fare passi concreti verso una normalità che tutti meritiamo”.

Bartolomeo Perna

Continua il racconto, il preside dell’IC3 Bartolomeo Perna, di 58 anni, spiegando il suo punto di vista circa le disposizioni di un probabile accorpamento del Morano ed IC3:

Qualcuno si preoccupa per questa notizia. Molti mi hanno chiamato stamattina per avere spiegazioni in merito, ho sorpresi tutti dicendo: “obbedisco!” Il senso della mia affermazione è che i dirigenti sono ufficiali dello Stato e in qualche modo debbano sottostare agli “ordini impartiti”, come i soldati in trincea.

Bartolomeo Perna

La gente, i ragazzi dovrebbero avere servizi, e in questo caso rientrano pure le scuole, più vicino possibile alle proprie dimore.
Le due scuole del Parco Verde rientrano nel piano dimensionamento, come tutte le altre 900 della Campania.

Agli ordini, obbedisco, non ubbidisco!” Qualsiasi sia il mio ruolo e la mia destinazione, accetto, con la coscienza pulita e il cuore nel Parco, sempre!” Alla cerimonia della Fanfara dei Carabinieri, il preside Perna ha confermato che nel suo istituto “IC3” hanno registrato all’attivo, 605 studenti.

Luigi Sirletti

Luigi Sirletti

Il “Decreto Caivano” non convince qualcuno, soprattutto in merito all’obbligo, da parte dei gestori telefonici di disporre del “parent control” sui dispositivi elettronici, lo sottolinea Luigi Sirletti operaio, 28 enne: “Credo sia una cavolata, perché si raggira sempre il sistema, come hanno fatto i furbetti del reddito di cittadinanza, se non ci sono i genitori che controllano, c’è poco da fare. Stesso discorso per i social network. TikTok dovrebbe dare l’accesso ai 14 enni, ma sai quanti ragazzi di 12, 10 anni si iscrivono lo stesso? Tutto dipende dalla famiglia e per questo motivo credo sia anche inutile multare o “arrestare” i genitori che non mandano a scuola i propri figli, perché in quel caso dovrebbero essere gli assistenti sociali ad intervenire. Ma dove sono? Speriamo arrivino presto!”.

About The Author